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Intervista al batterista Matteo Pantaleoni

Qui di seguito l’intervista al batterista di fama internazionale Matteo Pantaleoni, titolare della scuola di musica Zero Crossing! L’intervista è volutamente proposta in formato colloquiale, quindi violando volutamente ogni regola di netiquette (ed anche qualcuna di sintassi) per mantenere il mood che caratterizza tutta l’espressività di Matteo, sia nel suo modo di suonare che nel modo di esprimersi quotidiano! Buona lettura!

Ciao Matteo, grazie per la tua disponibilità!

Ma grazie a voi!

Partiamo da Mondavio (PU), dove è iniziato tutto? Come nasce Matteo Pantaleoni musicista?

Nasce dalle foto e dai racconti di un babbo ex batterista… !

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Interviste

Intervista al chitarrista Paolo Sorci

Ciao Paolo, grazie per questa intervista e per il tuo tempo :)

Iniziamo subito: cosa resterà degli anni ‘80? :D

Eh, bella domanda!
Innanzitutto resterà la musica: melodie stupende, grandissime produzioni, il jazz rock (banalmente fusion)… il tutto devastato dai primi orrendi suoni sintetizzati… scherzi a parte… l’appiattimento sonoro dei primi synth era ammorbidito da brani che ancora oggi sono stupendi in qualsiasi arragiamento: Christopher Cross, Spandau Ballet, Duran Duran (qualcuno mi ucciderà per aver fatto questi nomi….). Alcuni brani mi sono veramente rimasti dentro.
E poi resterà l’ultima generazione di musicisti che hanno studiato e reperito musica senza youtube e internet… chi è nato come me negli anni 80 sa benissimo cosa voglia dire tirare giù un brano ad orecchio, senza tutorial o “aiutini”. Questo fa la differenza secondo me. Come anche il fatto di prendere un treno la domenica mattina a 17 anni e andare fino a Padova per comprare 1 (UNO) disco (il negozio era IL VENTITRE` e il disco in questione era HAPPY TRAILS dei Quicksilver Messenger Service.

Parlaci un po’ della tua storia come musicista: come nasce il Paolo Sorci chitarrista? Una chitarra trovata in soffitta da bambino?

Una chitarra trovata a casa di un amico che suonava tutto, e soprattutto la voglia di tirare il clarinetto dalla finestra. Lo suonavo da 3 anni e non mi usciva veramente niente di buono da quello strumento. Mentre sulla chitarra avevo sin da subito un approccio molto più fisico. Mio fratello più grande aveva una chitarra classica che non suonava più e avevo iniziato da solo a fare i primi accordi. Poi la Samick del mio amichetto vicino di casa mi diede a scossa. Se devo ricordare un momento scatenante però, il più importante fu quando mio cugino, cultore di musica rock con migliaia di vinili in casa, mise sul piatto LED ZEPPELIN III originale (con la copertina che ruotava) e partì immigrant song… Da li capii che il mio vero messia era Jimmy Page,